Questa massa sensibile nella quale vivo quando guardo fisso un settore del campo senza cercare di riconoscerlo, il «questo» che la mia coscienza in-tende senza parole, non è un significato o un’idea, benché possa poi servire come punto d’appoggio ad atti di esplicitazione logica e di espressione verbale.
Già quando denomino il percepito o quando lo riconosco come una sedia o un albero, sostituisco alla labile immagine di una realtà sfuggente la assunzione sotto un concetto, e già quando pronuncio la parola «questo» io riferisco un’esistenza singola e vissuta all’essenza dell’esistenza vissuta.
[maurice merleau-ponty]
Nessun commento:
Posta un commento