lunedì 16 giugno 2025

Notes




"I personaggi di Cassavetes, come quelli di Dostoevskij, vivono fino in fondo questa contraddizione, sono "eccessivi", parlano in continuazione, esplorano tutte le possibilità attraverso la parola, innamorati o ubriachi, felici, disperati o preoccupati, hanno i comportamenti più estremi, e allo stesso tempo sono consapevoli, anche a loro insaputa, che un certo limite, se superato, può rimandarli alla follia "vera", alla parola che si secca. Aleggia qualcosa che può rovinare la parola in qualsiasi momento. Potrebbe essere un omicidio. L’omicidio isola radicalmente. Raskolnikov lo sperimenta quando ha la premonizione che forse non parlerà mai più con nessuno. Anche Cosmo, quando è omicida e ferito, va a trovare la madre del suo amico nero, le parla di qualsiasi cosa - anzi: di suo padre -, e lei lo manda via, non vuole ascoltarlo. Quando l’impossibile è realizzato, possiamo solo parlare "in giro". "Non c’è più alcuna connessione", come dice Eliot, "non c’è alcuna giuntura".


"La scoperta della chiarezza dello specchio condusse Calvino per le strade della fiaba, del mito, gli consentì di sfiorare le tenebre, di misurarsi con l’enigma: «figure incongrue ed enigmatiche come rebus». Ma il rebus è anche un gioco: Calvino non tollerò che l’enigma osasse liberarsi dallo stile del gioco. Questa astuzia, questa ostinazione sapientemente infantile lo protesse dalla tentazione cui talora indulgono gli scrittori irrealistici: la profondità. Fece proprio il malizioso comandamento di Hofmannsthal: «La profondità va nascosta. Dove? Alla superficie». E che altro fa lo specchio?"




domenica 4 maggio 2025

Notes


Lo sguardo che tutto disvela, che tutto penetra, soggiace alla coazione a ripetere. Vuole continuamente sincerarsi di aver visto davvero una certa cosa. Non resta altro dunque che il puro guardare, un’ossessione, in cui il tempo reale è superato e, come qualche volta in sogno, i morti, i vivi e i non ancora nati si ritrovano insieme sullo stesso piano. Quando Kafka nell’inverno del 1911, durante un viaggio di lavoro, visita il Kaiserpanorama di Friedland e attraverso l’oculare immerge lo sguardo nello spazio artificiale, vede la città di Verona con «persone simili a figure di cera, le cui suole sono fissate al lastrico stradale». Due anni dopo andrà a passeggio per gli stessi vicoli e si sentirà così lontano da tutto ciò che ha vita, come possono esserlo soltanto le figure di cera viste a Friedland. Il mistero più profondo di una simile metafisica profana è quella curiosa sensazione di assenza corporea, evocata da uno sguardo che potremmo definire ipertrofico. È significativo che anche i clienti, al momento di lasciare la penombra del peep show e di ritrovarsi in strada, debbano sempre darsi una piccola scossa per riacquistare la padronanza del proprio corpo, che avevano perduto a forza di fissare le immagini. 

W.G. Sebald  Tessiture di un sogno









venerdì 18 aprile 2025

Notes

 


Le feu


Le feu fait un classement: d’abord toutes les flammes se dirigent en quelque sens... 

(L’on ne peut comparer la marche du feu qu’à celle des animaux: il faut qu’il quitte un endroit pour en occuper un autre; il marche à la fois comme une amibe et comme une girafe, bondit du col, rampe du pied)...

Puis, tandis que les masses contaminées avec méthode s’écroulent, les gaz qui s’échappent sont transformés à mesure en une seule rampe de papillons.


Il fuoco


Il fuoco classifica: all’inizio tutte le fiamme vanno in qualche senso...

(Solo all’andatura degli animali si può paragonare quella del fuoco: deve lasciare un posto per occuparne un altro; cammina come un’ameba e come una giraffa insieme, balza con il collo, striscia con il piede)...

Poi, mentre le masse metodicamente contaminate crollano, i gas sprigionati mutano mano a mano in un’unica ribalta di farfalle.

[francis ponge, le parti pris des choses]














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